Brexit: conseguenze per gli studenti italiani
Brexit:conseguenze per gli studenti italiani
Brexit: Quali saranno le possibili conseguenze per gli studenti italiani all’indomani del referendum?
Il risultato del referendum sulla Brexit nel Regno Unito è stato uno shock per tutta l’Unione Europea, ma soprattutto per la comunità italiana che ha sempre visto Londra e la Scozia come un punto d’approdo naturale per una carriera universitaria internazionale o per una nuova esperienza di vita e professionale.
Lo scenario Brexit è ancora molto incerto e potrebbero esserci nuovi e inattesi sviluppi: un saggio “wait and see” è per ora l’approccio migliore di fronte a un cambiamento di tale portata.
Cerchiamo di capire quali potrebbero essere le conseguenze per gli studenti italiani:
Università
Una delle prime conseguenze per gli studenti italiani dopo la Brexit è che potrebbero non ottenere più il prestito per coprire le 9.000 sterline annue di retta universitaria. Una somma che, fino a pochi giorni fa, doveva essere rimborsata al termine del corso universitario, a rate e al momento in cui si trovava un lavoro. Non cambierà, invece, il riconoscimento del titolo accademico, perché materia riservata agli accordi autonomi tra atenei, mentre (se non ci verrà programmato un intervento sul tema) potrebbero nascere problemi per il riconoscimento diretto delle abilitazioni professionali: i professionisti (avvocati, medici, infermieri,ingegneri etc..) potrebbero non vedere riconosciute le proprie abilitazioni.
Erasmus
Situazione incerta: scoprire se sarà ancora possibile svolgere un periodo di studio di 3, 6 o 9 mesi nel Regno Unito, dipenderà dall’inserimento del Paese nel “Programma Erasmus +”, “Programme Countries (Norvegia, Islanda, Liechtenstein, Repubblica di Macedonia, Fyrom e Turchia) o “Partner Countries”. Fino a quel momento, l’unico Paese UE di riferimento per l’Erasmus in lingua inglese sarà L’Irlanda.
Lavoro
Se finora, per cominciare una nuova avventura lavorativa, era sufficiente trovare una prima sistemazione provvisoria, richiedere il NIN (National Insurance Number) e cercare un lavoro (vedi post Trasferirsi in Gran Bretagna in 8 mosse ), ora potrebbe essere necessario ottenere un impiego, prima di partire dall’Italia. Una trafila molto più complicata e riservata a chi ha già delle competenze molto solide e specifiche.
Assicurazione sanitaria
Cambia il principio della libera circolazione dei malati: finora i cittadini europei potevano contare sulle cure pagate o, al limite, rimborsate dal sistema sanitario nazionale. In futuro, quindi, potrebbe essere necessario stipulare una polizza sanitaria per la durata della permanenza, proprio come si fa prima di un viaggio negli U.S.A. o in un altro Paese, salvo accordi speciali.
Permesso di residenza e cittadinanza
I cittadini italiani nel Regno Unito per lavoro sono più di 500 mila. Chi paga le tasse da oltre 5 anni può scegliere di chiedere un permesso di residenza e la cittadinanza. La legge consente inoltre di richiedere la doppia cittadinanza, britannica e italiana: una procedura da avviare presso il Ministero che richiede tempi lunghi e un costo di circa 1.000 €. Sarà possibile richiedere anche un visto per motivi di lavoro, rinnovabile ogni 2-3 anni presentando una richiesta da parte del proprio datore di lavoro.
Viaggi
Ancora per 2 anni, il tempo programmato per l’uscita dall’UE, i cittadini italiani potranno entrare nel Regno Unito con la Carta d’Identità o il Passaporto. Pare, comunque, molto improbabile l’idea di richiedere il visto per l’ingresso perchè, se così fosse, per gli stessi Inglesi sarebbe necessario richiedere reciprocamnete il visto per l’ingresso nei Paesi dell’Unione.
Link utile
Per tutte le informazioni, vi suggeriamo di visitare il sito dell’Ambasciata Britannica a Roma
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